Marathon Trail Lago di Como

Lo zaino è rigonfio con tutto quello che serve: kit pronto soccorso ( tocchiamo … ferro, e speriamo non serva mai ), giacca a vento, che in una giornata calda afosa come oggi sembra cosa inutile, 2 borracce con acqua, carica batterie portatile , perchè il garmin ha un autonomia di 6h ed oggi dovra funzionare per il doppio, cellulare per chiamata di soccorso e per fotografare il paesaggio, merenda ( barrette di cereali, crackers e frutta disidratata ). Ok sono pronto. 

Pronti via per la scampagnata per l’alta via dei Monti Lariani , noi ultra del percorso medio da 64k partiamo da Como per Menaggio , con tappa intermedia ad Argegno,, invece gli ultraultra del classico 115k andranno prima a Campione per poi raggiungere Argegno e dunque Menaggio. Non siamo tantissimi, questo significa che quelli scarsi e sfaticati sono rimasti a casa a vedere il tour de France o sono andati al mare.
Chi c’è dei miei amici è Kiavarella ( la K va di moda vedi Kilian, Kupricka e Krar ) che correra il medio e Severo con Inge che correranno il classico. Karlos invece, si trova a Argegno alla partenza del corto, il kabròn non si è allenato bene e per lui la vedo male
Scattiamo le foto ricordo, quelle che metteranno sulla nostra lapide se qualcosa andasse storto, e pronti …. via ….
Scatto …. non in termine fotografico , ma nel senso che sono nel gruppo di testa, sino a Cernobbio dove inizia la prima salita. Siamo nel mio territorio, la salita al Bisbino la conosco bene, vado su a testa alta, chi osa superarmi viene subito ricacciato indietro. L’umidità è alta non c’è aria e sudo copiosamente, arrivo al Bisbino dopo una salita lunga 5km su un dislivello positivo di 1050mt. Ma questa è fatta ora si scende , prima però mi mangio una veloce merendina una bella bevuta e … via.
Si scende ma si sale e si ridiscende e si risale. Sale, sale, le salite sono il sale dei trail , le difficoltà che rendono poi indimenticabile un esperienza. Il trail è come la nostra vita, o almeno, come la mia vita, piena di ostacoli, salite, radici e sassi che ti fanno cadere, bestemmiare, piangere. Ma poi superi questi ostacoli, ti rialzi dalle cadute e più sei forte … come nella vita … raggiungere una meta difficile è grande orgoglio e soddisfazione. I trail mi fanno sentire vivo.
A dire il vero, oggi sono un pò troppo vivo, anzi, troppo vivace , usando il termine giusto. Al Pian delle Alpi, i corridori del Classico prendono per il Monte Generoso, e mi ritrovo 4° nel mio percorso, anzi, 3° degli uomini. Miiiiinchiaaaa … Minchiasulpodio!!!! direbbe una mia vecchia conoscenza. Ma per non rischiare che alla fine non sia un MinchiaCheBotta!! e non scoppi tra qualche km , la discesa verso Argegno me la faccio con tranquillità. Vengo superato da due trailers che lascio andare via, anche perchè mi sembrano belli tosti, non alla mia portata. Arrivato ad Argegno in 3h30′ , per me un gran tempone , 20mt dietro il 5° corridore, mi fermo per ricaricare le pile e mettere la testa sotto un rubinetto. Chiamo Carmen per dirle che sono ancora vivo e che al momento sono sesto.
E’ mezzogiorno e mezzo, siamo a metà Luglio, c’è il sole, fà un gran caldo, non c’è un alito di vento e devo salire per la mulattiera per Pigra. Che ci vuoi fare questa è la vita, pensavi fosse finita lì, di goderti una meritata pausa, ma la strada alla pensione è ancora lunga …. devi lavorare …. pedalare !!!! Muovi le chiappe e vai … su … su … niente bosco, tutto il sole è per te che sei bello … e il sole come sai , bacia i belli !!! E come bacia bene !!!
Salgo su con fatica, pensando però che anche per chi mi segue non sarà semplice. Dietro di me non vedo nessuno e me la prendo con la giusta calma. Arrivato a Pigra dopo 5km su un dislivello positivo di 750mt, mi immergo in una fontana di acqua gelata che mi ricarica della forza che avevo perduto sulla mulattiera. Con fatica riprendo prima a corricchiare e poi a correre di nuovo, sciolto , sino al controllo pettorale di Blessagno.
Sempre 6° dietro di me il vuoto, ma anche davanti non vedo piu nessuno. E non vedo nemmeno la freccia di volta a sinistra. Mi perdo.
Me ne accorgo troppo tardi, il sentiero che stavo seguendo finisce nel nulla. Dovrei tornare indietro. Come nella vita, pensavi di stare seguendo la via giusta ? un attimo e sei perso. Tutte le certezze, le sicurezze crollano. Non sai dove andare , ti manca un faro.
Nella mia vita mi sono perso piu di una volta, sei disperato, sei disorientato, hai paura di fare scelte e perderti sempre di più. Oggi, nel trail, mi sono perso e mi sono disperato e mi veniva da piangere pensando a quello di buono che avevo fatto e che stavo buttando via, per una distrazione, una stupida e leggera distrazione.
Devo prendere una decisione. Salgo verso nord , credo che così potrei riprendere il sentiero della gara. Arrivo su una cima ( Monte Pasquella ) non riesco a vedere dove possa essere il percorso. Un morso mi attanaglia lo stomaco. In lontanaza vedo l’Alpe di Colonno , sulla mia destra molto in basso c’è la strada militare che porta all’alpe. Tutto intorno solo boschi.
Credo che il percorso sia sulla mia sinistra, cammino tra l’erba alta sino alla vita, ed arrivo ad un campo delimitato da un filo spinato …. caxxo ! ricaxxo !! tricaxxo !!! seguo il filo spinato per un pò , poi decido di andare a destra e cercare di raggiungere la strada militare. Sbagliato ! entro in un bosco fittissimo , dove faccio fatica a farmi largo tra gli arbusti del sottobosco e poi … un dirupo … Mi fermo e stò per piangere ! Mi ritiro ! Ma anche tornare a Pigra non è semplice. Mi arriva un messaggio: è Carmen che , come se sapesse cosa mi sta capitando, mi incita a non mollare e a ricordare il suo amore per me.

E allora mi rialzo.

Se non c’è un sentiero, vorra dire che ne traccio uno nuovo io, come Dave Crockett . Davanti a me vedo una cima (Monte Sertore) decido che andrò verso quella direzione. Da lassù è possibile che riuscirò a vedere il percorso uffciale. Non è così, ma intanto mi sto avvicinando all’Alpe di Colonno. Ridiscendo seguendo la dorsale e finalmente ecco la bindella rossa e bianca. Nel trail  e nella vita, l’amore è il faro che ci riporta nel giusto cammino. Come prima nella mia vita e poi, ora, nello sport, la Carmen è il mio faro.
Mi sento risollevato, ho perso almeno un’ora, di sicuro sarò piombato nelle retrovie, ma finirò questa gara. Certo, un pò di amarezza rimane, ma sopravviverò, e la prossima volta mi farò più furbo e starò più attento.
Corro verso il rifugio Boffalora ancora in solitaria, speravo di incrociare qualche trailer, magari il Kiava, così la si faceva insieme. Me la prendo con molta calma, sto fisicamente bene, e a questo punto non c’è fretta. Arrivo ad un ristoro volante e un volontario mi dice che sono 8° …. eeeeehhh????? Minchia !!!! Mi giro e vedo un concorrente a 100mt …. azz … finito il relax !!!! Sono passati 43km, anzi, ufficialmente sarebbero 41. Si sale in una lunga non ripida , ma costante salita verso il Monte di Tremezzo. Lo scenario è bellissimo, nonostante l’umidità renda la vista poco nitida. Adesso ci sono le nuvole e la temperatura è scesa , finalmente si respira. Dietro di me vedo un concorrente , anzi ne vedo un altro ancora più dietro. Potrei anche provare a correre, ma, visto che non lo fanno loro che sono dietro, non lo faccio nemmeno io. Allora vado a passo spedito sino al Rifugio Venini.
Mi dicono che sono forse 10°. Intanto faccio merenda e mi ricarico le borracce aggiungendo all’acqua 4 pacchetti di polpa di frutta presi dal ristoro. Mi raggiunge il trailer e ci diamo una pacca sulla spalla , ma lui si deve fermare per il ristoro , io invece gli faccio ciao e vado.
Raggiungo Cima Tremezzo , massima altezza raggiunta del percorso medio mt 1650.
Ora è tutto discesa. All’inzio è divertente correre in discesa con le Hoka è un godimento, ci si diverte senza affaticare schiena cavigle e ginocchia. Ma dopo un po la discesa comincia a diventare noiosa.Tutto un tornante in mezzo al bosco ma su strada bianca. Si passa dentro una buia galleria lunga piu di 200mt , non accendo il frontalino obbligatorio, ma la sensazione di correre senza vedere dove metto i piedi è spiacevole.
L’ultimo pezzo di discesa è brutto, non si sà dove mettere i piedi e penso a quelli del Classico che dovranno farsela in notturna.
Poi il paese e vai …. aumento la velocità, sto benissimo, qualche turista mi incita, gli italiani, invece, manco mi vedono.
Taglio sventolando la maglietta degli Hills Angels. 11° assoluto , 7° degli uomini 2° di categoria. A questo punto chiedo delle premiazioni, ma mi dicono che per il
medio non sono previsti premi di categoria.  Vabbè … contento lo stesso. Ma quando mai ricapiterà ???

Oggi ho chiuso una bella gara, difficile, avventurosa, nonostante tutto con un ottimo tempo e senza problemi fisici

….. sono felice.

…. mi sento fottutamente vivo.

Keep on Rockin’ !!!!

 http://www.strava.com/activities/168095108

Scritto da orzowei

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