Sabato 28 Giugno 2014, ristorante sul lungolago di Valmadrera , stiamo festeggiando il mio compleanno, dall’altra sponda del lago si odono le voci ed i suoni della 10K del Manzoni. Ed ecco la domanda sibillina “ mah tu adesso avrai mica intenzione di riprendere a correre….silenzio ….certo farò qualche corsa le più significative….la Monza Resegone……..Perchè la Monza Resegone perché è una corsa affascinante, un fascino tutto suo, è una gara unica e solo chi l’ha vissuta può capirlo, per tutto gli altri siamo un gruppo di matti. Voglio correrla, così da Gennaio mi metto alla ricerca di due compagni disposti a partecipare, disposti a correrla con me. Così alla fine riesco a convincere Alessandro e Izio. Ale lo conosco bene, con lui ho corso la mia prima Mo_Re, e nonostante lo sberleffo del sorpasso a Santa, quest’anno ha fatto dei grandi miglioramenti, e un testone ma anche un testardo un duro che non molla mai. Izio un runners discreto, niente chiacchiere e proclami ma quando si tratta di correre lui non manca mai. Eh così la squadra è fatta,
Quest’anno la partecipazione dei Runners alla MoRe è limitata, i forti ed agguerriti, Max Pavan e Recalcati, Tornitower Maffo e Nava, Phil Giuliano ed il socio , e gli outsider RDS Colza ed un amico sponsorizzati dal Bar Gelateria. Arriva il giorno della 55 ma edizione, raggiungiamo la piazza dell’Arengario, è affollata e gremita da una moltitudine di runners, amici, parenti, pubblico e curiosi che passano incuriositi da questa moltitudine colorata, si respira un’aria festosa e di tensione, tutti i partecipanti conoscono le difficoltà che li attenderanno, questa corsa la temono e la rispettano perché è una gara dura, imprevedibile. Troviamo tanti amici, i nostri compagni di squadra, un saluto qualche battuta ed è il nostro momento: Squadra 187 Runner Desio B Maurizio Molena, Alessandro Rimoldi e Francesco Operato, come Francesco io sono Fred, chi mi ha cambiato nome! Foto di rito 3,2,1 si parte, la testa è un insieme di sensazioni contrastanti: l’entusiasmo della partenza, il pubblico che applaude e ti incita, i timori per l’avventura che sta per cominciare e si trasforma in panico, lo stomaco si chiude, quando superato il ponte dei leoni la strada si fa buia e ti rendi conto che fino a quel momento si era scherzato adesso bisogna fare sul serio, non si può più tornare indietro. Partiamo corriamo veloci tra due ali di pubblico, cercando i volti di amici tra la folla, superato il ponte dei Leoni, richiamo Ale all’ordine, rallenta, frena…..In settimana avevamo concordato la strategia avevamo deciso di correre a passo 5.30 e invece stiamo correndo a 4.30 ,4.40, troppo veloci. Ci seguono di supporto in bicicletta Davide dotato di borracce e carta igienica, e l’amico Fabio, equipaggiato con faro potente e contachilometri funzionante. Ale corre in testa davanti, determinato a un passo troppo veloce, io ed Izio dietro, cerchiamoo di frenare l’irruenza di Ale, lo richiamo, lo tiro per la canotta, lui rallenta e poi riparte. Così corriamo i primi 16 km a media 5.00 e anche meno, Izio commenta”..così ci tira il collo…ci fara scoppiare” gli rispondo “…digli qualcosa tu perché a me non da retta…se no vado là e gli do un pugno in testa, se no poi ci piantiamo a Calolzio….”. Attraversiamo i paesi il pubblico ci incita e incoraggia, si alternano le salite alle discese tratti bui nel nulla , sempre accompagnati dai ns. corraggiosi ciclisti, che illuminano la strada e ci passano la borraccia. Così scorrono veloci i km, Ale sempre là davanti a tirare, le sensazioni non sono delle migliori, ci avviciniamo a Calolzio, incomincio a sentire i sintomi dei crampi ed una strana sensazione alla pancia, chiamo Davide “ prepara la carta igienica!”.
Raggiungo Ale il volto è stravolto il respiro è affannato, segno che sta entrando in crisi anche lui, entriamo a Calolzio veloce spinti dall’entusiasmo del pubblico e li ci piantiamo, incominciamo a camminare e raggiungiamo Rosseto, dove ci attendono per il cambio. Un momento per riprendersi, quell’angelo di Ester mi passa il cambio e mi prepara la borraccia con gli integratori ma non riesco a buttare giù più niente, mando a quel paese quel rompi di Iugi e Vito Vomitino ricordandogli le sue gesta su quella salita. Ripartiamo ed entriamo a Erve di corsa, superato il cancello Ale mi chiede se voglio fermarmi li e ritirarci, mai proseguiamo “marcia o muori” fino alla fine. Proseguiamo, davanti a noi un lungo serpentone luminoso che sale, l’ascesa fino alla forcella è un calvario, barcollo sono ormai piegato, fatico a salire e mi attardo, sembra non finire mai, arriviamo al rifugio Ale e Izio che mi precedono, mi aspettano, ecco l’arrivo: squadra 187 al completo. Stupidamente la delusione per aver rovinato la corsa dei miei compagni, non mi fa neanche godere la soddisfazione di aver portato a termine la Monza-Resegone. Tanti hanno sofferto e sono arrivati sfatti e distrutti, tutti entusiasti per aver partecipato a questa corsa . La calca del rifugio accomuna tutti. Mah non è finita adesso ce la lunga e faticosa discesa. Ogni volta ti dici mai più, basta e invece poi…..all’alba ci ritroviamo su una panchina ad Erve con Maffo, Nava e Tornitower e Max distrutti, passano i runners come zombiun saluto un cenno, alla prossima. Questo è il fascino di questa corsa.
Scritto da Federico Operato